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INTERVISTA AL BASSISTA NICOLAS DE FRANCESCO


Nicolas De Francesco, musicista di grande talento, abbraccia la passione per la musica fin da bambino e sviluppa la capacità eclettica e duttile all’interno di diversi generi musicali eterogenei tra loro. Tutto è cominciato da giovane, ascoltando dischi di musica rock e punk e quando, con i primi gruppi con amici, si ritrovavano a suonare nei garage e nelle cantine. La sua determinata passione per la musica e per gli strumenti lo portano a studiare sistematicamente il basso, attraverso il corso di diploma de L’Accademia Centro Musicale Polivalente di Parma e sostenendo esami di certificazione europea Trinity College. Nel corso degli anni la voglia di scoperta lo spinge a sperimentare altri generi musicali, come il folk-rock, la patchanka, il reggae, la musica cantautorale. Nonostante l’attività principale di Nicolas De Francesco sia legata ai concerti live, sia come elemento organico di band, che come turnista, la sua dedizione all’attività di studio è sempre rimasta accesa e costante, tanto di permettergli di migliorare e di lavorare quindi con grandi etichette di distribuzione, come SELF e Mediterranea Dub. Questo bagaglio di esperienza gli ha consentito di superare i suoi limiti confrontandosi con situazioni altamente professionali, durante numerosi festival importanti, dove ha conosciuto e collaborato con tanti musicisti e artisti di alto livello. Lo abbiamo rincontrato di recente, in occasione del nuovo progetto Cienfuego, che lo coinvolge in qualità di musicista e produttore e aspettavamo l’occasione migliore per intervistarlo su Rising Time Magazine. 

Iniziamo l’intervista raccontando il tuo percorso ispirativo ed emozionale da musicista...

Penso che il motivo vero per cui ho iniziato a suonare il basso a sedici anni sia stato quello di non poter più giocare a calcio dopo un infortunio. Ho iniziato dalle cantine e dai garage un po' malsani, quelli tappezzati con le confezioni delle uova, suonando cover di gruppi punk per poi passare ad altri generi come il folk e generi meticci; mi è sempre piaciuta l'idea di portare avanti e impegnarmi in progetti originali senza steccati stilistici e di attitudine, per cui negli anni sono passato dal rock al folk, dal cantautorato al pop e il blues per poi approdare al reggae e alla dub music, a volte “mischiando” il tutto. Con il tempo e la passione che aumentavano ho cercato di migliorarmi studiando, e ho capito che avere un approccio più professionale era importante per fare le cose fatte bene e anche per poter divertirmi molto di più, perché credo che se le cose vengono bene sul palco - e il live è sicuramente il mio habitat naturale - ci si diverte di più, si è più soddisfatti e il tutto porta molta adrenalina positiva per andare avanti con nuove idee. 

Quali sono i personaggi che hai affiancato in questi anni di lavoro e di studio e da cosa pensi sia scaturito tutto ciò? 

Credo che la continuità nel suonare e nel produrre musica siano stati elementi preziosi e formativi per sviluppare una rete di nuove occasioni e per avvicinarmi a situazioni sempre più varie e professionali che hanno aumentato notevolmente la mia esperienza. Oltre lo studio, infatti, penso che l'esperienza e il suonare con tanti musicisti diversi siano elementi fondamentali per lo sviluppo e l'attenzione che un musicista può sfruttare come risorsa per migliorare la sua espressività e il linguaggio del proprio strumento. Il mio gruppo storico dal 2006 è Emily Collettivo Musicale, dai contenuti combat, con cui ho prodotto due album e un Ep. Nel tempo ho iniziato a suonare con altri progetti, tra cui i Witko (un progetto folk conclusosi nel 2014, nato dall'idea di Fabrizio Varchetta, autore tra gli altri per i Nomadi). Attualmente suono in diversi progetti: seguo il cantautore Emanuele Nidi, come bassista sia nei live, sia nelle sue produzioni in studio e con il quale abbiamo, inoltre, un progetto omaggio a Lou Reed. Con i Culpable, una band eclettica e trascinante nei live che spazia tra ritmi in levare, elettronica e pop invece ho iniziato a fine 2016. Con “Lassociazione” ho iniziato a suonare nel 2015: la band folk-rock di base tra l'appennino e la città di Reggio Emilia è composta da musicisti di spessore come Gigi Cavalli Cocchi, Erik Montanari, Filippo Chieli, Gianfranco Fornaciari, Max Guidetti, Marco Cilloni e Giorgio Galassi, tutti musicisti che hanno avuto esperienze importantissime e tutt'ora suonano con Ligabue, Csi, Massimo Zamboni, MCR, Utsmamò, Cristina Donà. Insieme a loro sono cresciuto tantissimo e ho avuto modo di fare molti concerti importanti e lavori in studio. 

In che modo sei approdato invece al genere reggae? 

Alle bassline reggae ci sono arrivato invece ultimamente, ho sempre amato il genere ma solo negli ultimi due anni ho lavorato a progetti interessanti di cui faccio parte attivamente: l'anno scorso è nata la backing band Lion Zone reggae band all'interno delle serate Contro Corrente Night, di cui sono organizzatore, e poi il progetto di Cienfuego, un fratello e un producer dub di enorme talento per cui ho registrato tutte le bassline del disco Dub Expedition e ne ho seguito le fasi di produzione. Con Cienfuego il viaggio è appena iniziato ma sono sicuro che sarà lungo e pieno di soddisfazioni. Oltre a questi progetti, di cui sono parte integrante, ho potuto suonare in altri contesti e in altre situazioni da turnista, una su tutte ricordo con grande piacere ed emozione la data di fine luglio 2018 a Firenze quando sono salito sul palco come bassista per la Casa Del Vento

Veniamo al successo del tuo ultimo progetto di grande qualità, per la nuova etichetta Mediterranea Dub, creata da Bonnot Music per l’artista Cienfuego.  

Per l'etichetta Mediterranean Dub seguo il progetto di Cienfuego, dub master e producer. L'etichetta stessa nasce a supporto di Cienfuego all'interno della Bonnot Music label. Il progetto ha preso il via a fine 2018 e ha visto la sua release il 20 marzo scorso con l'uscita del disco Dub Expedition. Registrare le bassline per questo disco è stato stimolante e creativo: seppur infatti Marco (aka Cienfuego) avesse sempre un'idea di come dovesse girare il basso, c'è sempre stato confronto e libertà creativa e ciò ha permesso di creare linee solide e funzionali ma interpretate con la mia attitudine e il mio sound sullo strumento. Lavorare con un produttore come Cienfuego che ha conoscenza e sa che timbro vuole da una linea di basso è un aspetto che apprezzo molto. L'ambiente di lavoro è fondamentale in un contesto creativo e registrare nello studio di Walter Bonnot (co-produttore del disco, pluripremiato e di grande esperienza) è stato l'altro elemento che ha permesso di far uscire un disco di livello superiore. Oltre al piacere di lavorare in questo modo in studio ho avuto la grande soddisfazione di collaborare con artisti affermati di livello internazionale: pensare che singer e artisti del calibro di Kumar, Awa Fall e Mistilla hanno cantato appoggiandosi alle mie bassline, è un grande orgoglio! 

Un percorso davvero stimolante quello del musicista Nicolas De Francesco, siamo orgogliosi di averlo conosciuto e di seguirlo nei suoi progetti futuri. 

@nicolasdefrancesco @cienfuego












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